Le persone somigliano alle vecchie pellicole che si usavano per fare le fotografie; ve ne erano con diverse sensibilità alla luce: 100 ASA, 200ASA, 400ASA. Chi è nato prima dell’avvento del digitale se lo ricorda. Quelle a 100 ASA si usavano di giorno, quando c’era molta luce, le altre quando la luce scarseggiava. La differenza consisteva nel fatto che le pellicole reagivano in modo diverso alla luce; per impressionare, e quindi ottenere una foto, da una pellicola a 400 ASA, era sufficiente pochissima luce, anche quella della luna o di un lampione di città. Ma occorreva stare attenti a non sbagliare perché se la si usava di giorno si bruciava e non si otteneva niente. Al contrario, le pellicole a 100 ASA sopportavano bene la luce del giorno ma rimanevano indifferenti alla luce fioca e debole. Ecco, così è un po’ anche per le persone; ciascuno ha il suo grado di sensibilità e a volte, di fronte al medesimo evento, qualcuno resta molto impressionato e qualcun altro neppure un poco.
Ecco, volevo dire questa cosa qui. Chissà, forse un giorno scopriranno un sistema per misurare a ciascuno di noi la sensibilità e così ci potremo proteggere. Oppure non lo troveranno mai un sistema di questo tipo. E forse è anche meglio così.
Buonanotte.
Bella similitudine 😉
… E forse è meglio che certe cose non si sappiano
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Scoprirlo… diventerebbe un’arma a doppio taglio e nel vero senso del significato. Son d’accordo con Gianesini. Meglio lasciare le cose come stanno. E se qualche foto si brucia o si sfuoca… beh fa parte della regola del poco pratico … 🙂
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Beh… In realtà qualcosa di simile esiste… Conosci gli studi della dott.ssa Aron?
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