Ho letto stamattina su Huffpost l’intervista di Nicola Mirenzi a Vito Mancuso che tra le altre cose dice: “Con la logica della pace a ogni condizione, libertà e diritti non si sarebbero mai affermati”. Questo ragionamento serve per giustificare la guerra. E ci risiamo. Neppure in Gesù, e cioè nel più grande esempio di non violenza, Mancuso riesce a vedere che esistono altre strade per combattere il male, i soprusi e le ingiustizie.
È chiaro che si tratta di risposte che hanno un prezzo e comportano ugualmente anche spargimento di sangue, ma hanno il pregio di non rispondere alla violenza con altra violenza, al male con altro male e interrompere questa catena che è la vera causa delle maggiori ingiustizie. E se non si è convinti dalla più grande rivoluzione di tutti i tempi, e mi riferisco al cristianesimo, ricordiamoci Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela ma anche Solidarnosc, Lech Walesa e l’opera di San Giovanni Paolo Secondo nel crollo dell’Unione Sovietica e ci sarebbero molti altri esempi.
Nel 1968 la Cecoslovacchia fu invasa dai paesi del Patto di Varsavia con un esercito di circa seicentomila soldati, più di quanti sono oggi i russi in Ucraina. I morti furono complessivamente centotrentasette, oltre a cinquecento feriti gravemente. Un numero neppure lontanamente paragonabile alle vittime della guerra in Ucraina. Dopo venti anni circa, la Cecoslovacchia ha visti riconosciuti i propri diritti e ha dato vita in modo pacifico a due nuovi stati. Questa è storia, ed è più recente di quella del’39 che continuamente, ma a sproposito, si ricorda in questi giorni.
In Ucraina la guerra c’è già da otto anni e oggi non ne vediamo la fine; siamo qui a parlare un un’ulteriore escalation, armi nucleari, crisi economica per tutta l’Europa e addirittura alimentare per i paesi del Nord Africa con conseguente destabilizzazione di intere regioni e probabili migrazioni. Nonostante questo, la risposta è ancora vista ancora e solo nelle armi.
Il mondo non è binario, o ti uccido o mi uccidi, ed esistono altri modi per affermare i diritti. C’è una cosa che vale più della democrazia; l’umanità. Le persone, i morti, i feriti, le sofferenze di chi la guerra la subisce e basta, dovrebbero essere sempre al primo posto in ogni discussione. Ed evitiamo di nasconderci dietro l’idea che Putin è uguale a Hitler; è vero, ci fa sentire dalla parte dei buoni, ma rischia di essere una grave limitazione che ci impedisce di capire realmente cosa sta accadendo.