
Il treno era arrivato ai piedi della collina, Martin era sceso alla piccola stazione e aveva proseguito in autobus. In paese aveva trovato sua sorella. L’aveva abbracciata mentre lei gli accarezzava i capelli radi.
I primi forestieri avevano riempito la campagna di cereali, fratelli, cugini, zii e nipoti; gli altri di greggi di pecore. Poi erano arrivati gli stranieri. Prima gli amanti dei prati sempre verdi. “Non ci sono?” chiesero delusi. “No”, fu la risposta. “Pazienza, ci accontenteremo dei vecchi mulini abbandonati”. Dopo giunsero quelli che amavano la bellezza drammatica ma volevano anche gli abeti verdi. “Non ci sono?” chiesero. “No”. “Pazienza, va bene anche il vino rosso”, dissero.
«I loro padri erano venuti con l’uniforme?» le chiese lui.
«Sì. Sai, tutti abbiamo dovuto cambiare lavoro: camerieri, pizzaioli e baristi».
«E poi?» le chiese Martin.
«Dopo è arrivata la pandemia e i turisti sono…
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