La visibilità è minima e solo il minuto è visibile; sfuma invece l’orizzonte e fumano davanti a quel vecchio gli scarichi degli autobus che da lì partono per andare in città. Al loro passaggio è ogni volta investito da ventate di aria calda, umida e sature di gasolio bruciato.
Forse l’odore potrebbe spiegargli meglio l’origine di quel vento caldo ma ormai lui non sente più né olezzi né fragranze; forse è per questo motivo che si domanda da dove possa venire quell’aria calda. Sarà forse il vento? Sarà scirocco?
E se fosse veramente vento di scirocco, chissà allora quali tetti, case, angoli e cortili avrà già sfiorato prima di arrivare lì; e quali persone avrà accarezzato, o baciato o spettinato quel giorno stesso o i giorni prima. Chissà se si sarà levato presto al mattino o tardi nella notte, se avrà increspato il mare e scavato visi o mani portando con sé il profumo, l’odore e il sudore di quelle mille persone lontane, asciugamani stesi al sole, capelli bagnati e corpi nella sabbia.
(Dal racconto Piccola storia di un vecchio seduto su una panchina, Di Maremma e Dintorni, 2021)