I pipistrelli dormirono al posto dei contadini

Collina Isola attraversò lunghi periodi di prosperità e la campagna là intorno fu popolata da contadini che si contesero la terra per coltivare cereali, viti e olivi e allevare pecore e mucche.

Più tardi, molti di essi si trovarono costretti ad andare via e abbandonare quella campagna e le loro case. Arrivarono infatti anche lassù le grandi trattrici meccaniche che iniziarono a tracciare i loro grossi solchi nei campi con molta meno fatica. Un uomo solo alla guida, se non si fosse fermato in tempo, con una di quelle trattrici sarebbe stato capace di buttare giù anche una casa con tutto quello che ci stava dentro.

Con quei moderni mezzi la terra fu segnata da nuovi solchi, ma il solco più profondo fu quello che venne scavato tra i vecchi contadini e i nuovi padroni. Tanti contadini furono spinti a trovare un lavoro migliore di quello che avevano svolto fino ad allora, così duro e povero che neppure loro rimpiangevano di non doverlo lasciare in eredità ai propri figli.

Quando partirono le loro case abbandonate furono presto depredate di quel poco che vi era rimasto. Volpi, cinghiali, cani e gatti randagi ne diventarono padroni e i pipistrelli, protetti dalle lampade spente, dormirono al posto dei contadini; nascosti negli angoli bui, i topi invasero le stanze e vi ammassarono semi; le faine cacciavano i topi sotto il volo dei gufi, e dovunque, in qualsiasi angolo, anche il più lontano e nascosto, l’erba e i rovi si accomodarono, ormai padroni di tutto. I vecchi chiodi cedettero pian piano al vento e lasciarono libere le tavole di legno delle porte, delle finestre e dei fienili che caddero a una a una; l’acqua che penetrava dai tetti fece marcire il legno delle travi e poi se la prese con il gesso che teneva insieme i mattoni delle volte facendole crollare.

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