La guerra non è iniziata il 24 febbraio e non si combatte tra Russia e Ucraina. A volte occorrerebbe ascoltare le parole degli altri, anche se sono nemici, senza stravolgerle e interpretarle a proprio piacimento. Su Crimea, Donbass e Ucraina fuori dalla NATO si poteva e si doveva discutere e non dire che erano proposte irricevibili e gettare benzina sul fuoco. Forse si sarebbe evita la guerra. Oggi non dobbiamo continuare nel solito errore: è sbagliato paragonare ciò che sta accadendo in Ucraina alla Seconda Guerra Mondiale, dovremmo piuttosto vederlo come un assestamento al monocolore USA che ha seguito il crollo dell’Unione Sovietica. Si tratta di un capitolo nuovo della storia e tentare di racchiuderlo nel racconto di un Putin uguale ad un nuovo Hitler ci impedisce di comprenderne la sostanza. Le zone d’influenza non si modificano da un giorno all’altro ma con il tempo, la pazienza e la diplomazia. Pochi giorni fa, gli USA hanno minacciato la Cina per un accordo che ha fatto con le isole Salomon, luoghi che non sono proprio a confine con loro ma questo è ciò che accade ogni giorno.
Vero! Zelensky non è che una pedina degli Usa che disperatamente cercano di bloccare la loro perdita di egemonia e i cambiamenti in corso nel mondo, in cui si fanno avanti paesi ex colonie. Il desiderio di questi ultimi di liberarsi dalla supremazie del “civile e democratico” Occidente è più che legittimo e dovremmo prenderne atto. M a l’unico terreno in cui gli Usa possono ancora imporsi è quello militare, e vi giocano con tutta la loro passione (per interposta Ucraina)
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