Stavamo dicendo che avere un quaderno dei sogni fa comodo perché ti può dare un sacco d’idee; perché la scrittura creativa deve essere creativa, ma mica ti puoi inventare proprio tutto su due piedi. È un po’ come nella musica jazz, dove in quanto a creatività non si scherza, perché è una musica in gran parte improvvisata, ma neppure quella è musica interamente improvvisata. Ad eccezione di certi casi.
A questo proposito ho letto una volta un fatto buffo che è accaduto a un contrabbassista jazz americano, molto famoso anche come compositore e per i suoi lineamenti afroasiatici; diversi anni fa, quando andava di moda il free jazz, che era un tipo di musica dove era tutto quanto improvvisato, quel contrabbassista famoso era convinto che quel free jazz non fosse la musica migliore, anzi lui non la suonava proprio e gli stava anche un po’ sullo stomaco. Allora, una sera iniziò il suo concerto in un teatro con il sipario chiuso; le luci si abbassarono, cominciò la musica, ma il sipario restò chiuso.
Alla conclusione del primo brano, il pubblico in sala cominciò ad applaudire e fu solo allora che, pian piano, il sipario si aprì e le persone del pubblico videro che a suonare non c’era il contrabbassista famoso con i suoi musicisti ma c’erano dei bambini che non sapevano suonare e picchiavano a caso sulla batteria e sul pianoforte.
E neppure sapevano cosa fosse il free jazz.