Sono rimasto fermo ad osservarlo. Ho deciso di dargli un nome: lo chiamerò Cingh.
Lui continua a mangiare, come fosse a casa sua, ai piedi di una grande quercia.
All’improvviso è scomparso nella macchia ed è rimasta solo la quercia.
Poi è riapparso, mi ha guardato e ha detto: – Vedi, questa è la differenza tra il cinghiale e la quercia, la quercia non si può nascondere.
