Letters to Bach (feat. Gil Dor)
Testo: Noa
Musica: largo dal concerto n.5 per pianoforte in fa minore di Johann Sebastian Bach
Guardami, oltre il confine
Al di là del muro,
Guardami, nel modo in cui ti osserveresti nello specchio infranto della vita.
No, mi rifiuto di piegarmi
A quelli che dicono
Il mondo ora sta cambiando,
E siccome cambia non c’è modo
Di vedere l’altro come un bambino sperduto nella notte più solitaria,
Quelli che ci condannerebbero ad aver paura ea combattere.
Qui c’è una donna in travaglio,
Il suo bambino nascerà presto ma chi sa se troverà favore negli occhi
Di quelli che governano e imperversano,
Che dominano, la terra ei cieli,
Con parole di odio, loro chiudono le porte della speranza….
Vieni, non possiamo permettere che ci accechino,
Perchè ogni donna in questo mondo sa com’è quando loro ci bloccano e ci vincolano!
Per sempre cercando e aspettando e prevedendo
Noi ci chiediamo quando?
Chiediamo ancora e ancora, quando finalmente troveremo la libertà ..?
Guarda,
C’è una crepa e sta crescendo,
C’è una luce e sta splendendo,
Attraverso il dolore,
Al di là delle lacrime, al di là del domani
Ci deve essere qualcosa in più che possiamo fare!
Posso vederti, la tua bellezza appare, al di là della tua debolezza e del dolore, brilla ..
iI mattino è vicino,
Adesso, mentre le stelle scompaiono,
Distruggeremo quel muro,
Lo guarderemo cadere,
Insieme, sorella, possiamo!
Vieni, dammi la tua mano …
“Le nostre lacrime hanno lo stesso colore”…
Ogni parola di quel canto trasuda di “Libertà”…
grazie.
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