
Dei personaggi dei miei racconti conosco solo quello che mi permettono di sapere.
Quando ho provato ad andare a ritroso nel tempo oppure a cercare di capire cosa accadeva dopo la fine del racconto mi sono trovato di fronte ad un profondo senso di disagio. Le mie parole diventavano false. È come se tentassi di forzare un confine oltre il quale mi è impedito spingermi.
Ho come la sensazione di non essere io il vero autore dei racconti ma piuttosto che ciascuna storia mi sia narrata direttamente dai personaggi che vi compaiono; ed è una loro decisione quella di svelare solo una determinata parte della loro vita, soltanto quella e niente di più.
Forse è per questo motivo che scrivo più spesso racconti e non romanzi: l’intervallo di tempo in cui i personaggi escono dalla nebbia è breve e non può essere diversamente. Ed è forse per il medesimo motivo che la mia è una scrittura veloce; non ho il tempo per soffermarmi troppo a lungo sulla scena che mi si presenta davanti gli occhi. Rimanere troppo a lungo con lo sguardo fisso su un determinato particolare della scena potrebbe apparire agli occhi dei protagonisti un gesto di cattivo gusto.
In fin dei conti mi conviene comportarmi bene; devo essere grato ai protagonisti dei racconti perché mi mostrano almeno una parte della loro vita.
La speranza è che escano ancora da là dentro, e comunque che quella nebbia non si diradi; se infatti all’improvviso questo accadesse correrei il rischio di non avere più nessuna storia da raccontare. E, tuttavia, so bene che in quel caso il pericolo più grande a cui andrei incontro è un altro, e cioè quello di scoprire improvvisamente qual è il vero mondo che quella nebbia nasconde ai miei occhi, e a questo evento mi sento del tutto impreparato.
Io coi miei personaggi, soprattutto quelli del romanzo, con cui il tempo passato è stato maggiore, ci ho parlato: mi hanno raccontato di loro e hanno esposto la loro idea sulla storia, perché spesso non accettavano la mia. E quasi ogni volta avevano ragione loro.
Purtroppo ci si affeziona, ma il loro destino è scritto… letteralmente. E quindi anche loro devono farsene una ragione! 🙂
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A me piace pensare che tu abbia un amico immaginario che ti racconta le storie…🙂
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Fosse uno solo😂😂
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Una comunità? Almeno hai un cesto campo no?
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Noooo cesto no vasto! Volevo dire vasto… ampio che disastro i miei ditoni a volte. 😙
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Adesso capisco! Sì, ma fortunatamente anche se c’è un po’ di traffico, diciamo che è tutto sotto controllo. E questa cosa mi diverte
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Ditini… ditini… non ci ho azzeccato anche questa volta! 🥺
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