Un pensiero sulla nebbia

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Dei personaggi dei miei racconti conosco solo quello che mi permettono di sapere.

Quando ho provato ad andare a ritroso nel tempo oppure a cercare di capire cosa accadeva dopo la fine del racconto mi sono trovato di  fronte ad un profondo senso di disagio. Le mie parole diventavano false. È come se tentassi di forzare un confine oltre il quale mi è impedito spingermi.

Ho come la sensazione di non essere io il vero autore dei racconti ma piuttosto che ciascuna storia mi sia narrata direttamente dai personaggi che vi compaiono; ed è una loro decisione quella di svelare solo una determinata parte della loro vita, soltanto quella e niente di più.

Forse è per questo motivo che scrivo più spesso racconti e non romanzi: l’intervallo di tempo in cui i personaggi escono dalla nebbia è breve e non può essere diversamente. Ed è forse per il medesimo motivo che la mia è una scrittura veloce; non ho il tempo per soffermarmi troppo a lungo sulla scena che mi si presenta davanti gli occhi. Rimanere troppo a lungo con lo sguardo fisso su un determinato particolare della scena potrebbe apparire agli occhi dei protagonisti un gesto di cattivo gusto.

In fin dei conti mi conviene comportarmi bene; devo essere grato ai protagonisti dei racconti perché mi mostrano almeno una parte della loro vita.

La speranza è che escano ancora da là dentro, e comunque che quella nebbia non si diradi; se infatti all’improvviso questo accadesse correrei il rischio di non avere più nessuna storia da raccontare. E, tuttavia, so bene che in quel caso il pericolo più grande a cui andrei incontro è un altro, e cioè quello di scoprire improvvisamente qual è il vero mondo che quella nebbia nasconde ai miei occhi, e a questo evento mi sento del tutto impreparato.

7 pensieri su “Un pensiero sulla nebbia

  1. Io coi miei personaggi, soprattutto quelli del romanzo, con cui il tempo passato è stato maggiore, ci ho parlato: mi hanno raccontato di loro e hanno esposto la loro idea sulla storia, perché spesso non accettavano la mia. E quasi ogni volta avevano ragione loro.
    Purtroppo ci si affeziona, ma il loro destino è scritto… letteralmente. E quindi anche loro devono farsene una ragione! 🙂

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