Il sorriso impreciso
di una speranza bambina
illumina i dintorni
di una stanca fatica
su cui veglia calma
una luna serena.
Suoni muti e scoscesi pendii
scivolano
su distese pareti
attratti dal basso profondo,
sabbie sigillate
dai colori ricurvi,
tumida materia,
muta complicità.
L’età del tempo
nello splendore della notte
è un azzurro dolce amaro,
un’infanzia d’argento.
Le stazioni di speranza
sono stazioni di arrivi e partenze,
restano mute e disabitate,
stazioni disperate, stazioni perdute.
Diego Osvaldo Ardiles