
Martina nacque quando io avevo quattro anni; era una bambina graziosa con dei bellissimi capelli biondi e due occhi grandi, grandi come i suoi sogni. E i suoi sogni nel tempo si rivelarono davvero molto grandi. Era un po’ come se Martina fosse nata portando dentro di sé dei sogni più grandi lei.
Mia madre diceva che al momento in cui si nasce i nostri sogni li abbiamo già tutti dentro di noi; sono rappresi in qualche parte del nostro corpo, in qualche filamento sconosciuto delle cellule o in qualche ignoto angolo della nostra anima.
«Vedi Alberto», mi diceva mia madre, «forse un giorno la scienza riuscirà a scoprire dove stanno nascosti i sogni delle persone, ma non è detto che sarà una buona notizia; è molto meglio che quel luogo resti ben nascosto».
«Perché?» le chiesi.
«Perché a nessuno venga voglia di ficcarci…
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