Pensare, scrivere e postare. Pensare non è sempre necessario. Io, strillone dei social market. Il consumatore che uccide il padre e ne prende il suo posto diventando venditore/produttore. Sì ma di cosa? Qual è il mio prodotto? Facile, io stesso. Merce che non manca mai.
Idee, se ne ho, oppure semplici copia-incolla presi e messi sul web. L’importante è esserci, l’importante è non essere costretti a voltare pagina, anche perché non sono così sicuro che nella pagina successiva potrei trovare qualcosa di scritto: magari è bianca oppure non c’è e dovrei addirittura cambiare libro. Meglio restare qui in questo rassicurante certezza di ruolo ormai ben definito a scrivere e riscrivere le medesime cose. Ripetere i soliti gesti, anche se so che sono inutili, è una consolante forma di rassegnazione. Partecipare a questa specie di grande Monopoli dove il denaro è sostituito dai like e tutto si fa per un pugno di like.
Non so se è stato voluto o è uno dei tanti effetti collaterali ma funziona bene: tutti venditori di se stessi (merce di basso costo e di facile reperibilità), denaro sostituito da like (così non si genera inflazione). Ottimo. Non rimane neppure il tempo per pensare. Meglio ancora.
Il Grande Monopoli dei social market. E io? Niente, io tiro i miei dati (volevo scrivere dadi ma si vede che il computer è più intelligente di me) e scrivo le mie cazzate come tutti gli altri. In fondo è una dimostrazione di umiltà e di modesti anche questa. Chi ti credi di essere? Mi potrebbero rispondere. E poi è tanto facile, se non ti piacciono i social spegni il pc e vai a fare qualcos’altro. Giusto. Sì ma cosa?
Potrei leggere un libro, anzi molti libri, incontrare qualcuno là fuori che magari ha voglia di parlare, solamente per il gusto di scambiare due parole senza volermi vendere nulla e senza decantare i suoi versi, i suoi racconti, la bellezza delle sue foto o delle sue canzoni oppure invitarmi ad un evento che ha organizzato, solo parlare, e poi lasciare spazio a quello che il corpo richiede, mangiare, prendere un caffè, pisciare, camminare o fare un bel rutto, magari educato.
Eccolo lì, già lo vedo. Buongiorno, mi dice, e io rispondo buongiorno. Come va? Bene, cioè insomma, abbastanza bene. Prendiamo un caffè? Certo. Togliere il capo dal pc, alzare lo sguardo e incontrare persone. Magari anche restando in silenzio. Non è sempre indispensabile parlare.
Tenere a freno il Narciso Like dare spazio a tutto il resto, prima che i nostri avatar occupino tutto il nostro spazio e il nostro tempo in modo definitivo, prima che con una neo autocoscienza acquisita a qualche ingegnoso e raffinatissimo software si ribellino ai noi poveri umani e facciano la loro rivoluzione emancipandosi da noi, poveri stupidi sapiens. Forse sono andato troppo avanti, forse sono rimasto troppo indietro. Forse dovrei solo postare tutto questo e… sperare che qualcuno metta lì il suo like.
Buona giornata, oggi qui fa freddo ma c’è un bel sole.
Più o meno d’accordo sul tutto 😁. Lascio like, un saluto veloce e un ci rileggiamo al prossimo articolo 😜
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A presto 😊
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I social devono sempre restare un passatempo, come tanti altri, buon pomeriggio.
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Concordo 😊👍
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Achtung: qualcuno che là fuori ha voglia di parlare con molta probabilità vuole parlare del covid o di quello che è una vergogna.
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Basta avere una vita piena di cose. Il blog a me fa bene
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La vita reale viene prima di tutto
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