Non possiamo imporre a russi e ucraini cosa debbono fare ma dobbiamo interrogarci su cosa stiamo facendo noi. La domanda sempre più pressante è proprio questa: vogliamo alimentare una guerra “giusta” che ha come prospettiva il contrattacco e la vittoria dell’Ucraina? E, in questo caso, fino dove esattamente, fino al completo respingimento dei russi al di là dei confini del paese, oppure solo fino a quelli del Donbass e della Crimea, o addirittura alla caduta di Putin? Deve essere chiaro, così facendo il conflitto si prolungherà; non dovremo quindi stupirci se i morti e la distruzione aumenteranno, perché questa è la guerra, non ce ne sono di altri tipi.
Oppure vogliamo che la guerra finisca il prima possibile, anche con un risultato almeno temporaneamente ingiusto come per esempio la divisione dell’Ucraina?
È difficile, lo so, ma questa domanda non può essere ignorata e la risposta deve essere chiara. Se tra qualche settimana, o mese, arriveremo ugualmente a una divisone dell’Ucraina (e a una sua neutralità al di fuori della NATO) dobbiamo chiederci a cosa sarà servito prolungare la scia di morti, feriti, sofferenze e la distruzione in corso.
I paesi europei dovrebbero mostrare un atteggiamento diverso, più lucido e razionale: fare di tutto per dividere i contendenti e non schierarsi dalla parte di uno loro, anche se questa è ritenuta, a ragione, la parte giusta. Solo così si può favorire la pace e non il prolungamento di una guerra dagli esiti incerti ma dagli effetti sempre più orrendi. Come ogni guerra.
I miei occhi e le mie orecchie non concepiscono +1 guerra ma una sorta di maledetta pulizia etnica… stiamo favorendo che cosa? Una pace più da un punto di vista economico ed interesse non legata all’umanità.ma questo è un pensiero mio naturalmente.
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L’ha ripubblicato su Fabio Iozzi Iobiz.
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