Prima di cominciare a scrivere, si dovrebbe stare del tempo senza leggere nulla, perché altrimenti viene fuori un modo di scrivere che non è il nostro, ma quello di qualcun altro, e chi ci conosce, quando legge quello che abbiamo scritto, se ne accorge subito.
Ora, non è che se uno legge Proust poi scrive come lui; magari! Ma può capitare che accada la stessa cosa che si verifica per i dialetti, e cioè che se stai per tanto tempo in una città che non è la tua, e dove la gente parla in modo diverso da te, va a finire che anche te parli un po’ diverso da come parlavi prima, e un po’ più uguale alle persone che abitano in quella città.
Per questo motivo ho deciso che prima di iniziare a scrivere il mio nuovo libro aspetterò qualche settimana, e in questo periodo starò senza leggere e scriverò solo una breve introduzione al romanzo.
Oppure potrei abbozzare la prima e l’ultima pagina del libro e il resto mettercelo dopo, con calma, come sembra faccia uno scrittore famoso – ma che non è famoso per questo motivo, è famoso perché quando scrive un libro ne vende milioni di copie, e chissà come farà, dico io, a mettersi nei panni di tutte le persone che leggono i suoi libri, anche se, secondo me, quando sei famoso come lo è lui non importa più che tu ti metta nei panni degli altri, ma sono gli altri che si mettono volentieri nei tuoi.
Ora, forse, ho perso leggermente il filo del discorso e anche se questa è solo una bozza dell’introduzione, non vorrei che andasse a finire che invece di introdurre nel libro che voglio scrivere, introducesse da qualche altra parte, che poi non so più neppure io come fare a ritornare indietro, e uno che legge potrebbe dire, giustamente: «Sì, bella questa introduzione, ma cosa c’entra con il libro?».