Le case e i palazzi si dividono in due categorie:
Quelle abitate e quelle non abitate.
Quelle vuote, di solito, ma non sempre,
Anche in fondo alla mia strada
Ho visto che c’è una casa vuota;
Allora ho chiesto:
«Chi sa dirmi perché quella casa è vuota?».
Mi è stato risposto
Che ci viveva un uomo anziano
Che andava spesso dal tavolo all’armadio,
Dall’armadio alla cucina
E poi dalla cucina al bagno;
Poi andava a dormire.
Un giorno andò dalla cucina al bagno
E non tornò più.
Gli eredi vendettero la casa.
Ci andò ad abitare un giovane
Che studiava letteratura italiana,
Ma non ci rimase per molto tempo
Perché andò a fare il giovane
Che studiava letteratura italiana
Da un’altra parte.
Disse che qui in città
Il clima era troppo piovoso,
E quando pioveva
Non gli uscivano bene i congiuntivi
E per questo motivo emigrò al sud,
Dove piove parecchio meno,
E dopo sembra sia andato
In un posto ancora più lontano,
In mezzo al deserto,
Perché laggiù non piove mai,
E non servono molto neppure i congiuntivi.
Allora, i suoi genitori
Misero in vendita quella casa;
Si fece avanti un professore precario
Che era stato da poco trasferito
A fare il precario in città,
E lui disse che la casa gli piaceva,
Ma che non la poteva comprare
Perché era precario.
In attesa di trovare qualcuno
Che fosse disposto ad acquistarla,
La casa fu affittata al professore precario.
Però anche lui ci stette pochissimo
Perché fu trasferito
A fare il precario in un’altra città,
E ora la casa è vuota.
E pensare che è davvero una bella casina,
Con le facciate bianco avorio,
Le persiane di legno colorate di verde
E un piccolo giardino
Che la divide dalla strada dove vado a passeggiare.