La signora del piano di sopra (che non è la signora del piano di sopra)

La signora che abita al piano di sopra mi ha fatto venire in mente un’altra cosa importantissima: le interferenze. Non so voi, ma a me sembra di essere ormai tormentati dalla mattina alla sera da una pioggia di informazioni, che alcune le vedi e le senti mentre altre neppure le vedi e le senti e ti s’infilano nella testa e nel resto del corpo approfittando del fatto che hai le difese immunitarie basse o non ce le hai nemmeno le difese immunitarie contro quella roba lì, perché non le hanno ancora inventate o se le hanno inventate non te lo dicono. Come successe a uno scienziato che aveva messo a punto un congegno che cambiava automaticamente canale alla televisione e alla radio tutte le volte che arrivava uno spot pubblicitario; ma poi non glielo aveva comprato nessuno, quel congegno lì, e se lo cerchi non lo trovi da nessuna parte.

Ora, senza star qui a farla tanto lunga, che poi a farla tanto lunga si fa peccato e non ci si indovina quasi mai, il problema è che, come disse un famoso poeta americano che aveva il record per aver scritto la poesia più lunga tra tutte quelle scritte fino a quel momento: “A cosa ci serve avere tante informazioni se poi in realtà si conosce meno di quello che conoscevano i nostri nonni; e a cosa è servito ai nostri nonni avere più conoscenza dei loro nonni se poi avevano perso la sapienza che avevano quelli che c’erano prima di loro?”.

Cioè, lui questa cosa la disse un po’ meglio di così, perché era il poeta che aveva scritto la poesia più lunga di tutte le poesie scritte fino ad allora, ma il senso era questo.

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