Le immagini che arrivano dall’Ucraina sono ogni giorno più terribili. La guerra si mostra nella sua vera natura, nella crudeltà, nella sopraffazione, nel dolore. Tuttavia, anche di fronte all’immagine più cruda, abbiamo il dovere di non abbandonare la facoltà del dubbio, di non lasciare che le nostre reazioni si accendano immediatamente, e direi in modo irrevocabile, sull’onda dello sdegno. In questo momento è evidente che in Ucraina non c’è libertà di informazione. Le immagini che i nostri giornalisti, seppur bravi e coraggiosi, possono mostrarci sono solo quelle che l’esercito ucraino permette loro di filmare. Questo non dobbiamo scordarlo mai. Ci sono motivi militari che lo impongono. Dall’Ucraina non ci stanno arrivando scoop di giornalisti indipendenti ma solo reportage prodotti in zone in cui è consentito l’accesso ai reporter, e solo attraverso determinate inquadrature. Sono gli stessi giornalisti a raccontarcelo.
Un’altra cosa che non dovremmo dimenticare mai è che il nostro…
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