Ponti, ingegneri, poeti e barboni

Sulle rive dei fiumi sognano i poeti,

negli alvei gli ingegneri costruiscono campate

e sotto i ponti si accampano i barboni la notte

– ma non nei ponti fatti tra due dì di festa,

buoni solo per far vacanza ma non per dormirci sotto.

Sui ponti l’acqua ci cade sopra e ci corre sotto,

le persone, invece, ci corrono sottosopra

e, per fortuna, ci cadono raramente,

perché inciampano, o sono molto distratte

oppure sono colpite da improvvisi accidenti.

I treni e le auto, invece, passano

indifferentemente dove credono,

anche se credere, parlando di un treno

o ad un’auto, è una parola ingombrante

che sotto il ponte non sempre ci passa.

I ben passanti se la passano bene

e pensano e pescano nei loro ricordi

un’esca o una vecchia fantesca

della quale ricordano, forse sbagliandosi,

di essere stati in braccio da piccoli.

Pontaioli e contadini non hanno però mai visto

i fiumi di soldi invisibili e sotterranei  

ed hanno invece udito

quelli di chiassose parole

e di cheta acqua dolce.

I ponti non tornano mai,

anche se li rifai più volte,

ma neanche vanno via,

se ne stanno lì sospesi tra le ansie,

i limi fangosi e piovosi

con le loro campate talvolta ardite,

altre volte no, ma sempre ordite con cura,

alte mura, bastioni e contrafforti

di cemento armato e pietre levigate.

I ponti sono tosti, non perdono la testa

e quasi mai cedono alla voglia di farsi un tuffo giù;

magari flettono, ma piuttosto riflettono

nell’acqua un’immagine a cui sono saldamente legati,

talvolta anche con lunghi cavi d’acciaio.

I ponti hanno luci anche di notte,

ma non sono sempre illuminati,

come non lo siamo noi che ci passiamo sopra

raccolti nei nostri oscuri pensieri

e la nostra terrestre superficialità.

Poi, ecco, che ad un tratto il fiume finisce,

e noi con lui; allora i ponti non servono più.

Là in fondo c’è un mare,

che, da sempre, sembra messo lì per questo,

per abbracciare poeti, ingegneri, barboni,

soldi, parole, ponti, fiumi e fantesche.

Diego Osvaldo Ardiles

7 pensieri su “Ponti, ingegneri, poeti e barboni

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