(Poesia dedicata a Alda Merini)
Vorrei in dono di non conoscere la paura,
e che Tu ascoltassi veramente le mie pene.
Ho avuto la notte come sorte
e come compagni tristi ammansiti,
sommessi poeti coi sedativi nei bracci.
Devastanti follie,
sbarre allucinate del martirio.
Tua notte di te,
mio dolore, mai sazio
di lacrime infinite
e ferite. Voi, o Dio,
ci annegate di ricordi.
Tardi scende il mare
ma noi non scendiamo mai.
Il sole e il temporale si spiegano
e poi d’oro nel cielo
il sereno riappare
ma per noi l’amore
non brilla mai.
Volano gli angeli
scelti nel vuoto
ma il volto nostro
non splende mai.
Capire che ci si è persi
anche solo dalla musica,
non servono le parole.
Scende il mare
ma noi non svaniamo mai.
Il sole, ancora il sole
e il temporale con la sua voce
e poi noi …
ancora noi.
Diego Osvaldo Ardiles
Touché! Sono stoccata per quanto Diego abbia saputo leggere dentro Alda… Lei ne andrebbe fiera se sapesse … ma lo sa.
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L’ha ripubblicato su Jakob Iobiz.
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