
Il mattino seguente la luce entra lentamente dentro lo scompartimento. Il treno procede a scatti. Mio nonno guarda fuori dai finestrini ma non può distinguere nulla perché c’è una nebbia fittissima. Lui però dice di sapere dove ci troviamo; se non ci fosse quella nebbia, si vedrebbero degli enormi palazzi dagli occhi vuoti che stanno ancora dormendo e dentro ai recinti della città i giardini delle case con gli alberi spenti. Ma la nebbia è fittissima e non lascia intravedere nulla.
E allora dice di vedere emergere da quella massa bianca e informe i paesaggi di casa sua e mi racconta dei luoghi dove è iniziato questo nostro viaggio; la campagna dove è nato e dalla quale mia madre è emigrata prima che io nascessi, per andare a lavorare all’estero. Ora è ritornata per prendere anche lui perché ha deciso che è meglio stare…
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