(Cronache dal diario segreto del professor Storti)
La passeggiata pomeridiana.
Alla nostra età dobbiamo stare molto attenti ai mutamenti del tempo, ma le asprezze della stagione che più ci affliggono sono in realtà quelle causate dalle debolezze subdolamente sopraggiunte con gli anni alle giunzioni e legamenti, articolazioni deambulatorie e processi cognitivi; senza parlare dell’indebolimento dei campi, sia visivo che uditivo, dell’incertezza olfattiva e delle ridotte facoltà della mascellata masticazione mandibolare, che ha indotto molti di noi all’abbandono di numerose portate cibatorie di cui eravamo in passato accaniti e fedelissimi fan.
Tutti, infatti, chi più chi meno, siamo oramai affetti dai segni dell’età; lungi però dall’esser questo un ostacolo al nostro frequentarsi, il soffrire tutti di queste comuni debolezze è divenuto un elemento di unione, poiché ci accomuna sia nella scelta dei ragionamenti, sia in quella dei percorsi delle passeggiate mattutine e tardo pomeridiane che sono teatro del nostro filosofesco girovagare.
Personalmente, mi unisco ben volentieri a queste passeggiate, in special modo quando i comuni nostri passi vengono condotti nella stagione semi-calda o estiva, all’ombra di resiniferi alberi che proteggono il piccolo compendio dall’inazzurito cielo, dove inverecondo spadroneggia solitario il sole di giugno, o anche di luglio o settembre.
Argomento di svago, ammirazione e, talvolta, dileggio divengono, in quell’ozioso nostro vagabondare, gli individui dell’altro sesso, nei confronti dei quali ciascuno si cimenta in valutazioni circa le curve, i comportamenti, l’abbigliamento o le capigliature – che in quei dì estivi sono di maggior evidenza e più facilmente apprezzabili anche da quelli come noi, che per via dell’età non ne possono purtroppo più beneficiare in modo più diretto e ravvicinato.
(continua…)
🙂
buon girovagare…
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Il professore se lo può permettere, o meglio se lo permetteva, adesso credo che esca poco di frequente (è il personaggio del racconto “Come ho fatto fuori il mio autore”)
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😉 E bravo il professore…
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