Meglio un cane o una comitiva?

(Cronache dal diario segreto del professor Storti)

Dopo la stagione calda arriva l’autunno e poi l’inverno e così, riassunti ciascuno nei nostri giubbini, giacche, giubbotti e cappotti – e taluno calzando, secondo i dettati della giusta premura salutista, berretti da battitori di baseball statunitensi, copricapo modello pittore francese o Borsalini tardo novecenteschi –, come audaci eroi cittadini proseguiamo, anche con avverse condizioni meteorologiche, il nostro peregrinare, rianimando in questo modo vie, corsi, viali e viottoli altrimenti destinati a rimanere egenti di avventori.

In genere nessuno di noi ha un cane al suo seguito in quanto pare che chi dispone della compagnia degli animali tenda a fare a meno di quella dei propri simili e, viceversa, chi gode della compagnia degli animali spesso ha meno bisogno di quella degli uomini.

Del resto, sia le comitive che i cani servono a tener compagnia ma è risaputo quanto le prime siano assai meno impegnative, poiché abbisognano di molte meno cure per il soddisfacimento dei propri bisogni corporali e non sporcano per terra, salvo casi veramente eccezionali. Questo fa sì che le comitive siano preferite da molti di coloro che possono permettersi di scegliere, anche se va detto che i cani sono certamente più apprezzati per esser meno rumorosi e perché difficilmente costringono i loro padroni a misurarsi in dispute e discussioni, così come di sovente accade, talvolta per gioco e altre volte per accidente, ai componenti di una comitiva.

(continua)

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