ISTANTANEA

(Microracconto)

Lui è sul suo motorino quando all’improvviso qualcuno, all’interno di un’auto parcheggiata sul lato destro della strada, apre uno sportello e l’uomo va a sbatterci contro e cade.

È accertato dai Vigili Urbani che ad aprire lo sportello è una giovane mamma che stava facendo, in quello stesso istante, diverse altre cose. La donna parlava al cellulare con sua madre mentre intimava al figlio – che piangeva perché era imprigionato nel seggiolino ancorato ai sedili posteriori – di starsene buono ancora per un po’; tutto questo mentre cercava un mazzo di chiavi che le doveva essere, forse, caduto da qualche parte dentro l’auto e dava di sfuggita un’occhiata al colore delle punte dei suoi capelli, nonché una sbirciatina agli stivali di pelle ai piedi di una signora che stava passando proprio in quel momento; e, forse, altre mille cose ancora, tra le quali, appunto, anche aprire lo sportello senza guardare nello specchietto retrovisore.

Effetto collaterale di quel turbinio di movimenti è il colpo che riceve il tizio che viaggia sul motorino. Questi si ritrova, ma più precisamente sono i pietosi passanti a ritrovarlo, disteso sull’asfalto privo di sensi – per esser precisi, non è l’asfalto privo di sensi, ma l’uomo a essere privo di sensi.

La donna ha le mani nei capelli e il bambino in braccio; il piccolo adesso non piange più.

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