
#35
Sono le quattro del pomeriggio. Pilade, il tizio che ho conosciuto alla fermata dell’autobus – che non era la fermata dell’autobus –, è seduto di fronte a me. Fa caldo e con noi ci sono soltanto le mosche con i loro voli fastidiosi, tra le grinze dei volti e delle braccia, ma questo con la storia che intendo raccontare non c’entra un granché. Ma, anche se con la storia non c’entra un granché, noi, con pazienza, ci impegniamo ugualmente a spingere via le mosche con le mani, mentre alcune volte, invece, le lasciamo fare, sopportandone il fastidio.
Chiedo a Pilade cosa ne pensa del fatto che nel mondo stiano accadendo un sacco di cose che non sono mai accadute prima: fa parte di quelli che pensano che siamo vicini alla fine del mondo oppure appartiene alla categoria di persone che pensano che il…
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