Nonno e Conrad

Mio nonno nacque quando Conrad scrisse

il suo nero capolavoro. Hanno così diviso

un diverso angolo di mondo,

e dire angolo, per una terra tonda e sferica,

è un bel dire, ma si sa, siamo umani e superficiali

e per noi terrestri il mare è sempre in mezzo

al dire e al fare, al bene al male.

Hanno vissuto ignoranti l’uno dell’altro,

ignorante uno senz’altro più dell’altro,

nel senso buono della parola, s’intende;

come buono era mio nonno,

anche nelle parole e nel sigaro toscano

che incurante del fumo passivo, non ancora bandito,

fumava come il camino dove io lo ricordo,

seduto vicino al fuoco,

– e non so davvero chi di loro due

avesse più bisogno dell’altro.

Buono anche nella sua vita ritirata,

semmai ne avesse avuta un’altra,

che io non conosco, più ampia o esagerata.

Di buono egli ha fatto mio padre e i suoi fratelli,

di certo anche altre cose, ma di più mio padre,

perché lui dopo ha fatto me, ed io altri figli

che ora leggono Cuore di Tenebra,

scritto tanti anni fa in un angolo

di questa terra – per fortuna rimasta tonda –

oramai interamente scoperta

eppure rimasta con i suoi luoghi oscuri,

insieme ai tanti spazi neri

del nostro cuore di tenebra.

Finché morti non ci separi.

Diego Osvaldo Ardiles

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