
In quell’estate, non avevo ancora compiuto quattordici anni ed ero ospitato, prima di finire all’Istituto, in un paesino che si trova nella parte alta dell’isola, sospeso tra i boschi e il cielo. Quando non ero impegnato a giocare a calcio a guardare la televisione o a fare casino con i ragazzi del paese, mi piaceva stare sdraiato a osservare il cielo, specialmente se era azzurro.
Se però il cielo era pieno di nuvole, allora non mi piaceva più; se era la mia testa ad essere piena di nuvole, allora, non me ne fregava niente di come fosse il cielo. C’erano però dei giorni in cui eravamo sereni tutti e due nello stesso momento, io e il cielo, e quelli erano dei giorni davvero speciali.
Compresi presto che molte cose dipendevano dal vento, non solo per il cielo intendo dire, ma anche per me, perché il…
View original post 176 altre parole