Quel che per noi è disperazione

Forse, lo stesso semplice odio è così splendente che il mero tormento di tutti i demoni ne fiorirebbe come un trionfale luminoso mattino. Perché l’inferno deve essere proprio il non amar più, che non è amare meno, o amare altre cose, ma è invece avere dell’amore perso ogni memoria. Non amare più e vivere ancora, forse questo sarà il vero inferno; chissà allora se lo stesso semplice odio sarebbe un luminoso mattino.

È per noi così facile odiarsi, molto più di quanto si creda, che una grazia vera sarebbe almeno il semplice dimenticarsi. Ma quand’anche ogni minimo orgoglio fosse morto e sepolto, la grazia maggiore sarebbe allora, amare se stessi come membra di Cristo.

(Ispirata a Georges Bernanos, Diario di un parroco di campagna. Secondo Bernanos, l’errore condiviso da tutti è di attribuire a queste creature abbandonate qualcosa ancora di noi)

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