Adesso Zelensky si è accorto che l’Ucraina non può entrare nella NATO. Tra un po’ si accorgerà che la Crimea è russa e che esistono le repubbliche separatiste del Donbass. E firmerà una pace che, forse, avrebbe potuto sottoscrivere 22 giorni fa, senza morti, distruzioni, sofferenze e profughi.

Eppure, l’Occidente continua a lodarlo come l’eroe della resistenza. Io mi chiedo se sia davvero così oppure se l’Occidente non stia “usando” lui e il popolo ucraino per un’ipocrita, tragica sconsiderata prova muscolare contro l’aggressione di Putin.

Siamo sicuri che non sarebbe stato meglio intraprendere un’opposizione diversa a Putin? Le sanzioni potevano esserci ugualmente, insieme a resistenza civile, opposizione politica, informazione della popolazione russa, aiuti a quella ucraina e pressioni diplomatiche; perché proprio la guerra? A chi giova? Chi restituirà i morti? Ancora una volta donne e uomini dovranno accontentarsi di lapidi e medaglie che ricordino l’eroismo o la sfortuna dei loro figli, padri o mariti? Dobbiamo convincerci che le guerre non si combattono mai per nobili principi. La storia ce lo insegna

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