GRANDI SCATOLE DA ABITARE, MA NON SOLO

Gli uomini amano costruire

Ovunque grandi scatole,

Per andarci ad abitare dentro,

Ma non solo. Anche qui

Hanno costruito enormi edifici

Suddivise per categorie,

Come carcerati, malati, studenti e anziani.

In passato anche per i giovani

Che volevano fare i preti,

Giovani delinquenti, matti,

Giovani ragazze – quando ancora

non si confondevano con i maschietti –,

e operai. Eccetera.

Ma spesso accade che all’improvviso

Una categoria di persone scompaia,

Oppure fugga lontano.

È accaduto con i giovani

Che vogliono fare i preti, i giovani delinquenti,

I matti, le giovani ragazze

– che oggi si confondono con i maschietti –

O gli operai. Allora, quelle grandi scatole

Rimangono vuote.

E a uno che le vede 

Viene da chiedersi a cosa saranno servite

Tutte quelle grandi scatole vuote.

E se ce ne sono molte

Fa un po’ impressione,

E verrebbe voglia di riempirle nuovamente.

E anche i sindaci, i partiti, comitati

E gli architetti ci provano sempre,

Ma non ci riescono quasi mai.

Perché, secondo me, certe scatole

Quando si sono rotte è difficile ripararle

E farle vivere nuovamente.

E allora, bisognerebbe buttarle giù

E costruire scatole nuove.

O forse no, perché nel frattempo

Sono diventate vecchie, anzi antiche,

E si sono conquistate anche loro

Il diritto di rimanere

E mantenere quello spazio

Che ormai è diventato un po’ anche suo,

Per sussurrarti nelle orecchie la loro storia,

Alla barba dei sindaci, dei partiti,

Dei comitati, degli architetti

E di tutte le categorie di persone

Che non ci sono più. E della gente

Che passeggia per strada,

Facendosi mille domande.

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