Una volta inventai un poeta,
Diego Osvaldo Ardiles.
Il nome lo presi in prestito,
Con qualche piccola variazione,
Da un calciatore argentino degli anni ’70,
Un terzino destro che giocava in nazionale,
Mi sembra. Lo avevo immaginato
Amico di un altro personaggio immaginario,
Jakob Iobiz. Certe notti, quando Jakob
Non riusciva a prendere sonno
E si aiutava con la vodka,
Diventava malinconico
E gli usciva il lato triste.
Iniziava a fare ragionamenti
Sulla morte, l’aldilà, il destino
E poi si addormentava sul divano.
Ecco, Diego era l’aspetto metafisico di Jakob,
Il suo lato oscuro, “The dark side of”.
Al mattino, Jakob trovava in casa
Le poesie firmate
Da Diego Osvaldo Ardiles
Scarabocchiate su dei foglietti
Lasciati qua e là.
E Jakob le ha raccolte in libro
Pubblicato su Amazon.
Era come se Jakob e Diego
fossero veramente persone diverse,
forse lo erano per davvero,
forse tutti siamo tante persone diverse.
La cosa importante
era mantenere un certo ordine,
o almeno controllare il disordine.
Per questo motivo
avevo inventato il Collettivo Zubrowka.
E stavamo tutti quanti là dentro
e andavamo anche d’accordo.