20 marzo 2021
(Una breve introduzione/5)
Stavo dicendo: basta che il giorno dopo tu sia allegro e contento almeno come il giorno prima, altrimenti, dopo aver gettato via diciotto delle venti pagine che hai scritto, vai a cercare anche quelle che hai scritto nei giorni precedenti per buttarne via altre quaranta o sessanta o… tutte quante!
A questo proposito, e cioè riguardo a sbalzi di umore, nervosismo, pessimismo, eccetera, ho letto che uno scrittore americano, famoso famoso, sosteneva che va bene scrivere quando si è ubriachi, ma poi, una volta sobri, occorre correggere quello che si è scritto; e pare che lui seguisse proprio questo metodo, e con ottimi risultati, visto che ha scritto pagine indimenticabili.
Ma io penso che allora, se lui doveva mettersi a bere, vuol dire che, anche se era famoso famoso, scrivere non gli bastava per farsi passare il nervoso.
Io, invece, bevo solo qualche birra o un po’ di vino, e forse è per questo che non riesco a scrivere libri di successo; anche se credo proprio non ci sia un collegamento diretto tra queste due cose, cioè tra scrivere e bere; un po’ come mi sembra non ci sia un gran collegamento tra questa introduzione e il nuovo romanzo che voglio scrivere. (continua… forse)
J. Iobiz
(Photo by Kurt Hutton/Picture Post/Hulton Archive/Getty Images)
L’ha ripubblicato su J. Iobize ha commentato:
In questo post, invece, il riferimento è al grandissimo Hemingway
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