
Già, tutto vero. «Ma Jean Jacques?» ho chiesto al mio amico.
«Lui, purtroppo, fu condannato a vedere anche il rovescio della medaglia. Era pazzamente innamorato di Angelica e lei corrispondeva con passione al suo sentimento. Tutti i giorni, pur non ricordando di essersi già conosciuti, tornavano inspiegabilmente a incontrarsi e a innamorarsi di nuovo. Questo prodigio andò avanti sino a quando Jean Jacques, una notte, completamente ubriaco e forse sotto l’effetto di una droga allucinogena, uccise Angelica colpendola con diverse coltellate per un motivo rimasto sconosciuto.
Lui adesso non ricorda; non ricorda più di averla uccisa e, ovviamente, non è stato punito poiché in quella isola felice nessuno poteva essere chiamato a rispondere di fatti dei quali non aveva più alcuna memoria. Ma ogni nuovo giorno Jean Jacques vive la sua condanna e si ritrova a innamorarsi di un sogno, un sogno che sente di aver già fatto molti anni prima. E non riesce a ricordare chi è quella bellissima ragazza che rivede, vestita solo del suo stupendo sorriso, in ogni sua tristissima notte».
A quel punto il mio amico ha detto che avevamo fatto tardi. Mi ha salutato ed è scomparso.
Mentre stavo ripensando al suo racconto, sprofondato nella poltroncina rossa che era rimasta vuota per tutta le sera, si è avvicinata una commessa e mi ha detto: «Scusi signore, dobbiamo chiudere». «Certo, chiudete pure» le ho risposto io.
«No, mi scusi; deve uscire, qui dobbiamo chiudere».
«Ok» le ho detto.
«Signore si sente bene?» mi ha chiesto allora lei in modo gentile.
«Sì, sì, va tutto bene».
«Vuole che chiami qualcuno per accompagnarla?».
A quel punto mi sono alzato e ho preso la mia roba. «No, grazie» le ho detto. Poi le ho chiesto se lei aveva un sogno; le avrei voluto dire che se ne aveva uno non se lo lasciasse scappare; doveva correre dietro ai suoi sogni prima che fossero loro a rincorrerla come rimorsi o incubi. Ma nel frattempo lei, quella signorina così gentile, se n’era andata.
J. Iobiz
😥
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Si vive e si dimentica. Si vive e si dimentica … ogni giorno così … è da incubo giuro. Quante cose fa immaginare una poltroncina rossa vuota …
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Sì, ma questa aè una storia, anche simbolica, se vuoi, del protagonista del racconto; nella “normalità” penso e spero non accada!
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Il mondo dove vivi e si dimentica … o il protagonista che pensa che alla fine forse ha perso un’occasione ?
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Mi piace raccontare storie irreali perché, a volte, è più facile vederci rispecchiata una parte meno evidente della realtà.
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O quello che ci passa passa per la testa e che non sappiamo spiegarci… perché pare assurdo perfino a noi che si possano partorire immagini assurdamente aliene . … … blu!!!😆
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“La fantasia è un posto dove ci piove dentro” e se lo ha detto Calvino, ci possiamo credere. Nella mia piove un po’ da tutte le parti, ma non mi lamento, anzi…
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Ben venga la fantasia anche se intorno si crea uno tsunami. Se non ci fosse sai che vita piatta? So proposito di Calvino … e..
“Se una notte d’inverno un viaggiatore” ☺️ sentì un po’ cosa si è inventato Bill Ryder-Jones
Spero di stupirti con effetti speciali … 🎶🎶😀
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Complimenti, un bel racconto. 😀
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Grazie mi fa piacere che ti sia piaciuto 😊
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😀😀
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L’ha ripubblicato su Jakob Iobiz.
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L’ha ripubblicato su Il mio viaggio.
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