(Questa poesia è decisamente fuori stagione; l’autore, però, mi scrive che me l’ha consegnata adesso perché non sa se a Natale ci sarà ancora e io la pubblico adesso sul mio blog, scusandomi se non è un frutto di stagione)
Un altro Natale
Di canto in canto vago,
in divano invano occupo
sedute puntuali,
disincarto regali.
Diramo il mio bosco
d’inutili tralci
di stralci e strenne
e di alci e renne
che affollano il mio Natale,
mentre ascolto persone
– in numero di due –
e altre sottofondano l’etere
in numero di dodici,
più o meno – forse più che meno.
Diradano solo verso sera
i miei fumosi pensieri.
Diego Osvaldo Ardiles
È bella, 👍
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C’è tanta malinconia e tristezza in questi versi. C’è una vena di solitudine, e di rammarico per dei natali passati festosi che non tornano più. Questo è un abito non rosso acceso come direbbe qualcuno pervinca questo è un Natale che ha un abito cremisi.
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L’ha ripubblicato su Jakob Iobiz.
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