(Cronache dal diario segreto del professor Storti)
Il guardia-banca risponde, educato ma deciso, che non è suo compito far da angelo custode ai posti auto e che, anche se volesse, non potrebbe intervenire né con quel signore né con altri cittadini automuniti per far rispettare le pur giuste regole di transito e/o di sosta.
La signora insiste nel chiedere che la guardia colpisca lo sciagurato cittadino ladro di parcheggi con l’esplosione di qualche colpo di pistola ben assestato, e di fronte al nuovo cortese ma fermo diniego chiede espressamente alla guardia medesima di consegnare a lei l’arma, promettendo solennemente che gliela restituirà immediatamente, non prima però di averla usata per far intendere i motivi di giustizia al delinquente che nel frattempo si è però già quasi ormai completamente dileguato all’orizzonte.
La guardia, fortunatamente ancora del tutto integra nelle proprie facoltà mentali, a quel punto fa capire alla signora, con gesti e vocaboli eloquenti e di chiara decifrabilità, che l’argomento deve considerarsi chiuso e che la signora è pregata, pur con tutto il rispetto dovuto all’età e alla sua appartenenza al gentil sesso, di andare a farsi una passeggiata il più possibile lontano dall’agenzia bancaria, evitando di continuare ad infrangere i paramilitari corbelli!
Vedo allora l’arzilla vecchietta, violentemente colpita dal tono e dal contenuto dell’inattesa risposta, esplodere paonazza per poi subito dopo afflosciarsi al suolo, forse per l’eccessivo carico affidato alle proprie decussazioni. Prima di spirare – o almeno questa è l’impressione che ho insieme alla maggior parte degli astanti – essa getta un’ ultima frase in faccia al guardia-banca: «Colluso!».
(Continua, ancora per poco)