Un fatto di (micro)cronaca

(Cronache dal diario segreto del professor Storti)

Tra la folla accorsa ad assistere alla piccola ma gradevole bonus track giornaliera di reale vita vissuta nasce un piccolo consulto a cui fa seguito l’immediata chiamata telefonica al 118.

Nel trascorrere di pochi istanti arriva sul posto anche un comunale decumano dall’aspetto patriottardo che fa cenno alla piccola folla di fare largo, dopodiché si china sulla vittima e le solleva le gambe in alto, esitando un attimo, forse perché nell’agitazione del momento si confonde nella individuazione di quali siano esattamente gli arti inferiori e quali quelli superiori.

Il gesto, invece, secondo i commenti dei più informati tra i presenti, è eseguito correttamente ed è quello prescritto dalle buone norme di pronto soccorso con la precisa funzione di smuovere eventuale circolazione che rimanga dimenticata nelle regioni più lontane dal cuore e dal cervello, e per questo motivo, magari, si sia distratta e un po’ rammollita.

La manovra, anche se eseguita con dovizia, suscita una leggera ilarità dei presenti, forse dovuta ad un allentamento della tensione o forse perché, mostrando in bella vista le cosce della anziana combattente la cui gonna si ripiega sul resto della sua figura come una bandiera ammainata, provoca in lei una reazione immediata e violenta contro il suo soccorritore a cui molla un bel ceffone, per poi svenire nuovamente.

Sarà per l’efficienza delle telecomunicazioni e dei servizi sanitari, oppure per il fatto che quando la vita è vissuta intensamente il tempo sembra fluire più veloce, fatto sta che con positiva meraviglia di tutti i presenti l’ambulanza arriva in pochi minuti e dall’abitacolo discendono celeri i cerusici che dotati dei loro sofisticati apparecchi accudiscono la  signora.

Ma prima che la lettiga venga interamente inghiottita dallo sportello tergale del bianco-arancio autoveicolo, l’anziana signora si riprende e sente il dovere di alzare un braccio per donare un saluto rassicurante alla piccola folla radunata intorno a lei, ottenendo come risposta un caloroso applauso.

Appagato dall’inatteso spettacolo, e convinto che la signora sia ormai in buone mani, e non vedendo ragione per trattenermi ancora, mi allontano proseguendo la mia camminatella pomeridiana. Interpellato però il rotondo quadrante inverto il senso di marcia facendo rotta verso casa, felice di poter raccontare il fattaccio di microcronaca a cui la sorte mi ha concesso di partecipare come diretto testimone.

Fine

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