
A casa di Roberto, negli ultimi tempi, non c’è stato molto da divertirsi. Fino a pochi mesi fa, abitava con sua madre e non ci stava nemmeno male, se non per il fastidio di doverla sopportare in continuazione mentre gli ripeteva che doveva trovarsi un lavoro. Tutti i giorni la solita cantilena, molte volte al giorno, e ormai da diversi anni. Roberto non ha niente di personale contro il lavoro; il fatto è che oggi non è per niente semplice trovarne uno e questo lo sa bene anche sua madre. Ma lei è fatta così, le piace ripetere sempre le solite cose. Lui ci ha fatto l’abitudine e la sopporta, anche perché quando ha bisogno di qualcosa lei è sempre lì pronta ad aiutarlo.
Una volta, ad esempio, si è rotto una gamba giocando a pallone. È stato fermo a casa più di un mese. Ci stava proprio bene e ci sarebbe rimasto anche un altro mese ma il dottore e sua madre lo hanno spedito in palestra a fare riabilitazione. E lei ha ripreso subito con quei suoi discorsi, trovati un lavoro, ormai sei grande e non hai ancora un lavoro, e così via.
Ma Roberto sa bene quale lavoro gli piace fare: il calciatore. Qualche anno fa è andato molto vicino ad avere un contratto vero. Giocava in attacco insieme al suo amico Furia, detto Puledro (Non si sa bene perché Furia lo chiamino Furia o Puledro; forse è perché corre veloce o forse perché suo padre è matto come un cavallo. O forse per tutt’e due le cose).
Ad ogni modo, quella è stata una stagione fenomenale e insieme a Puledro ha segnato una valanga di reti. Il problema è che quella favolosa coppia è durata solo un anno. Sì, perché Furia si è rivelato più matto di suo padre; e veloce, oltre che con i piedi, ha dimostrato di esserlo anche con le mani. Lo hanno sorpreso a rubare, anche se lui giura che non è vero, e per questo motivo è finito in carcere a Sollicciano.
Quando è uscito è venuto al campo a trovare i suoi compagni ma poi è scomparso nuovamente per tornare a Sollicciano, dove è ancora.
Roberto ha provato ad andare a trovarlo ma non lo hanno fatto passare. Prima deve fare una domanda scritta e dopo il direttore del carcere gli deve rispondere; Roberto deve dichiarare il motivo della visita e altre cose; presto farà tutto quello che serve ma per ora non è ancora riuscito a andare a trovarlo. Però ha saputo che tra sei mesi esce. Sarebbe giusto in tempo per giocare il prossimo campionato. È andato subito a riferirlo al Mister.
«Mister, tra sei mesi Puledro esce da Sollicciano. Lo riprendiamo a giocare?». E il Mister gli ha risposto: «Di quel tipo lì abbiamo già te».
Roberto è rimasto in silenzio ma dentro di sé ha provato una grande soddisfazione per quel complimento. Gli dispiace un po’ per Puledro, ma è sicuro che quando esce troverà un’altra buona squadra.
J. Iobiz
Bettega , immagino … sia lui … da quanto leggo.
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No, aspetta… ricordati che qui ogni cosa è solo finzione
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Lo so … non me lo scordo mica però, l’abito di quel racconto era praticamente bianco e nero e mi è venuto in mente Bettega, seppur io non mastichi molto bene il calcio! Vedila come una questione di abito indossato e non come un personaggio in carne ed ossa o come hai detto tu bomber…
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L’ha ripubblicato su Jakob Iobiz.
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