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Durante le ultime settimane sono arrivate quassù alcune persone famose: può darsi che siano qui per trascorrere un periodo di riposo o forse perché anche loro sono in cura da qualche bravo dottore come quello che conosco io. Tra gli ultimi arrivati ci sono due fratelli che si dice in giro siano celebri perché scrivono libri di molte pagine composti da una sola parola ripetuta un sacco di volte. Il maggiore dei due fratelli adesso pare che ne stia scrivendo uno usando solo le parole che iniziano con la lettera “A”, mentre il fratello minore fa altrettanto utilizzando solo le parole che hanno la lettera “Z” come iniziale; procedono spediti nel tentativo di incontrarsi da qualche parte in mezzo al vocabolario. Alcuni critici gli hanno fatto notare che scrivendo in questo modo corrono il rischio di scrivere dei libri un po’ noiosi; ebbene, loro hanno risposto che questo rischio esiste e ne sono ben consapevoli, ma è altrettanto vero che ci sono in giro moltissimi libri noiosi composti da milioni di parole diverse; ed hanno proseguito imperterriti nella stesura di quello che ritengono il loro nuovo capolavoro.
Tra i nuovi ospiti c’è anche una coppia di astronauti in pensione che è partita negli anni Settanta dalla Florida e si è fermata trent’anni dopo in un Autogrill tra Bologna e Firenze. E poi c’è un indiano d’America che dice di essere stato il primo indiano d’America a scoprire l’Europa, ma non è però riuscito, come avrebbe sperato, a diventare famoso; in compenso conosce molti proverbi indiani, fuma la pipa e suona molto bene la chitarra.
Ci sono anche molti altri personaggi famosi che, a raccontarli tutti ad uno ad uno, ma anche a due a due, o a gruppi di cinque o di dieci per volta, sono sicuro ci si potrebbe scrivere un libro grande almeno quanto l’elenco del telefono di una grande città – di quelli, per intenderci, che hanno in mezzo alle pagine le foto di intere famiglie di impresari funebri; cosa, questa, delle foto degli impresari funebri, che per uno che abita in una grande città può anche sembrare normale, ma per uno come me, che invece è cresciuto in una piccola città di provincia, vi assicuro che non lo è affatto.
J. Iobiz
P.S. L’arcobaleno, di cui hanno pubblicato le foto anche su internet, è ancora alto nel cielo ma, nonostante svariati tentativi, nessuno è ancora riuscito a determinare con esattezza i punti dove tocca terra: forse anche perché ogni giorno l’arcobaleno si sposta leggermente. Molte persone si sono messe ugualmente a scavare un po’ a caso, di qua e di là, cercando ognuna di accaparrarsi il punto esatto del campo, del bosco, del cortile di un edificio o di una chiesa, dove ritiene che l’arcobaleno si congiunga con il suolo. Ne nascono di continuo molte discussioni e liti sulla proprietà dei terreni, vertenze sui confini e perfino dispute teoriche e pratiche sui metodi più corretti di eseguire i calcoli per determinare le linee di confine in modo esatto; è un buon momento per geometri, agrimensori e topografi.
L’ha ripubblicato su J. Iobiz.
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