
#55
Non è vero che Massimo Valerio Segugio Spinone sa parlare; è una bugia, e l’ho detta ad Adele e a Pilade non so neppure io il perché. O meglio, forse lo so il perché: per raccontare loro delle storie, come facevano certe volte Pilade e Adele.
Però, anche se non sa parlare, Massimo Valerio è capace di ascoltare. Di questo ne sono certo; e capisce il silenzio. Sono sicuro che anche lui è d’accordo sul motivo per cui non esistono i marciapiedi in questo paesino sperduto e sul fatto che è arrivato il momento di andarsene via per sempre da qui. Cercheremo rifugio in montagna; saliremo lungo i ripidi sentieri che portano in quota, sempre più in alto; all’improvviso ci fermeremo e rimarremo immobili, a occhi chiusi. In questo modo potremo riconoscere e catalogare tutti i rumori intorno a noi. Il silenzio, più di ogni altro rumore, è il vero e autentico suono che cerco, l’autentica voce della montagna.
Non sopporto più di sentirlo interrotto; non digerisco il fatto che la sua voce venga disturbata da una serie di discorsi che sarebbero gli stessi anche sotto un ombrellone piantato in una fila lungo una spiaggia nel mese di agosto. E così mi sono messo d’accordo con Massimo Valerio: fino a quando sentiremo rumore, proseguiremo la nostra marcia per salire ancora più in alto.
Ogni parola è un compromesso tra la verità, che non conosciamo mai perché non ci appartiene, e il silenzio che non siamo in grado di pronunciare.
J. Iobiz
L’ha ripubblicato su Jakob Iobiz.
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